Comunicato stampa: “Accelerare l’ingresso della Croazia nello Spazio Schengen” – 10/12/2019

COMUNICATO STAMPA

Il Consiglio europeo dia quanto prima la propria approvazione
all’ingresso della Repubblica di Croazia nello Spazio Schengen

Il C.S.IR. – Consiglio Sindacale Interregionale Italo-Croato Alto Adriatico, si appella al Consiglio europeo perché dia quanto prima la propria approvazione all’ingresso della Repubblica di Croazia nello Spazio Schengen. Il recente via libera dato in tal senso alla Croazia lo scorso 22 ottobre dalla Commissione europea non deve cadere nel vuoto, rischiando di mantenere l’ultimo paese in ordine di tempo ad aver aderito all’Unione europea in un limbo indefinito.

Il C.S.IR. non entra nel merito delle vicissitudini confinarie ancora irrisolte tra le due ex-repubbliche jugoslave di Slovenia e di Croazia, né tantomeno intende sottovalutare i problemi connessi alle difficoltà di controllare il confine con la Bosnia-Erzegovina – che diverrebbe la frontiera esterna dello Spazio Schengen -, attualmente interessata dalla cosiddetta “rotta balcanica”, lungo la quale si sono verificati intollerabili episodi di violazione dei diritti umani fondamentali dei richiedenti asilo provenienti dall’area asiatica. Nondimeno, il C.S.IR., che si è storicamente sempre impegnato per la promuovere e difendere la libera circolazione dei lavoratori, pone l’attenzione sull’elevato prezzo che tutti cittadini croati stanno pagando, in uscita dal loro paese verso gli altri stati dell’Unione europea, e gli altri cittadini dell’Unione subiscono, in ingresso in Croazia, a causa del persistere dei controlli di identificazione alla frontiera.

Inoltre, il C.S.IR. richiama l’attenzione sulla condizione dei lavoratori frontalieri che si muovono nell’area confinaria a cavallo di Italia, Slovenia e Croazia, i quali – già penalizzati da un quadro giuridico non sufficientemente regolamentato e per questo motivo discriminatorio, che non incoraggia l’emersione dei loro rapporti di lavoro dal sommerso – hanno invece bisogno che a livello nazionale e sovranazionale vengano assunte tutte le decisioni necessarie, finalizzate a rendere pienamente esigibili i diritti connessi alla loro condizione di persone impiegate in un paese e residenti in un altro, cui ritornano quotidianamente o settimanalmente. Tra questi vi è certamente quello di poter raggiungere i propri luoghi di lavoro in tempi quanto più celeri possibile, senza dover sottostare ad attese (in particolar modo durante il periodo estivo) che possono rivelarsi lunghe e pesanti.

Il C.S.IR. ritiene che l’ingresso della Croazia nello Spazio Schengen implicherebbe inoltre un maggior livello di responsabilizzazione da parte della polizia di frontiera croata e avrebbe un effetto disincentivante, rispetto a comportamenti e prassi operative illegittime e disumane.

Senza voler in alcun modo questionare sulle motivazioni che crearono all’epoca un tale stato di fatto, il C.S.IR. rileva che la Croazia ha avuto un percorso di adesione all’Unione europea molto lungo e sofferto, durato dal 2004 al 2013, e che anche questa tempistica ha contribuito a creare un preoccupante livello di disaffezione di ampie fasce del popolo croato nei confronti del progetto comunitario. Risulta quindi indispensabile che i cittadini non restino ulteriormente sospesi in un’attesa che sarebbe difficile da spiegare e accettare ancora per tempi lunghi.

Infine, il C.S.IR. ricorda che delle tre condizioni connesse all’adesione all’Unione europea maggiormente “tangibili”, che hanno il potenziale di far toccare direttamente con mano alle persone il valore del far parte del comune progetto europeo – la libera circolazione a scopo di lavoro, la soppressione dei controlli alla frontiera e la valuta comune –, solo la prima (e ancora nemmeno dappertutto, visto che l’Austria solo nella seconda metà del 2020 aprirà completamente a loro il proprio mercato del lavoro) è stata concessa ai cittadini croati, rimanendo per il momento le altre due ancora una chimera.

Trieste, 10 dicembre 2019

L’Ufficio di Presidenza del C.S.IR.