VERBALE DELLA RIUNIONE DELL’ASSEMBLEA GENERALE
Si riunisce in data 1 dicembre 2005 ad Opatija-Abbazia (HR), presso l’Hotel Opatija (Trg. V. Gortana 2/1), l’Assemblea Generale del Consiglio Sindacale Interregionale Friuli Venezia Giulia/Veneto/Istria Croata CGIL, CISL, UIL, SSSH.
Sono presenti: Roberto Treu (CGIL FVG), Giovanni Della Valle (CISL Veneto), Luca Visentini (UIL FVG), Michele Berti (UIL FVG, supplente di Tatjana Tomičić dimessasi), Slobodan Kapor (SSSH Istria), Josip Šišović (SSSH Istria), Salvino Bibulić (SSSH Istria).
Sono assenti giustificati: Luciano Del Rosso (CGIL FVG), Renata Bagattin (CGIL FVG), Luciana Levi Bettin (CGIL Veneto).
Sono assenti ingiustificati: Giovanni Fania (CISL FVG), Umberto Brusciano (CISL FVG), Paolo Coppa (CISL FVG), Ðino Šverko (SSSH Istria), Lučano Peršić (SSSH Istria), Delia Trošt (SSSH Istria), Ernesto Martinčić (SSSH Istria).
Sono inoltre presenti: Jadranka Tomašić (SSSH Istria, già nominata componente dell’Assemblea Generale nel corso della precedente riunione dell’assise del 12 luglio 2004, in sostituzione di un componente dell’SSSH Istria da individuare successivamente e mai individuato) e Monica Ukmar (CGIL FVG), in qualità di ospiti.
L’Assemblea Generale ha il seguente ordine del giorno:
- modifiche allo statuto;
- elezione dei componenti degli organi del C.S.I.;
- programmazione delle attività 2006;
- varie ed eventuali.
I lavori iniziano alle ore 11.13. Luca Visentini, in qualità di Presidente del C.S.I., presiede la riunione dell’Assemblea Generale.
1. Luca Visentini informa i presenti che è stata messa a punto un’articolata proposta (allegata al presente verbale) di modifica dello Statuto del C.S.I. – obsoleto, inattuato e inattuabile in alcune parti dell’attuale versione – che ora viene sottoposta alla valutazione dell’Assemblea Generale. Aggiunge che tale proposta (distribuita a tutti i presenti) è stata lungamente meditata e successivamente approvata dall’Ufficio di Presidenza. Invita quindi Michele Berti a presentarne i contenuti. Michele Berti relaziona sulle principali modifiche proposte, mettendo in luce le carenze e le contraddizioni dell’attuale versione dello Statuto, che richiedono di essere colmate ed eliminate. Apre quindi la discussione sul documento di modifica proposto. Al comma 3 dell’Articolo 1, Roberto Treu, dopo le parole “Comunità di lavoro Alpe Adria”, propone di inserire le parole “e di altre aree ritenute d’interesse”. Ciò allo scopo di non precludere al C.S.I., con una rigida delimitazione territoriale, la possibilità di instaurare rapporti con organizzazioni di altre parti d’Europa e – soprattutto – di allargare le prospettive di finanziamento. Segue una discussione sulle altre modifiche proposte, da cui non emergono richieste di integrazione. Preso atto di ciò, Luca Visentini propone che venga messo ai voti il documento contenente le modifiche allo Statuto proposte, così come variato dalla proposta di integrazione di Roberto Treu all’Articolo 1. L’Assemblea Generale del C.S.I. approva all’unanimità.
2. Per quanto riguarda l’elezione dei componenti dell’Assemblea Generale, passati da 19 a 18 a seguito dell’approvazione delle modifiche allo Statuto deliberate sub 1., Michele Berti rende noti i nominativi dei candidati, presentati dalle organizzazioni che non sono presenti in data odierna. Si tratta della riconferma di Luciana Levi Bettin, per la CGIL del Veneto, della nuova candidatura di Massimo Albanesi e della riconferma di Giovanni Fania, per la CISL del Friuli Venezia Giulia, e della nuova candidatura di Gerardo Colamarco, per la UIL del Veneto. Invita quindi i colleghi presenti a indicare i nomi delle persone che intendono presentare per la nomina, ciascuno per la rispettiva organizzazione di riferimento. Roberto Treu riconferma le candidature di se stesso e di Renata Bagattin, per la CGIL del Friuli Venezia Giulia. Giovanni Della Valle ricandida se stesso, per la CISL del Veneto. Luca Visentini conferma la candidature sua e propone la candidatura a pieno titolo di Michele Berti – che finora era solamente stato supplente – per la UIL del Friuli Venezia Giulia. Jadranka Tomašić riconferma le candidature di se stessa, di Slobodan Kapor, di Josip Šišović e di Salvino Bibulić, per l’SSSH della Croazia Sudoccidentale. Fa inoltre presente che non appena verrà conclusa la fase di ristrutturazione interna alla propria organizzazione, e comunque entro la successiva riunione dell’Ufficio di Presidenza, comunicherà i nomi degli altri cinque componenti dell’SSSH della Croazia Sudoccidentale, cercando di individuarli prevalentemente tra i colleghi delle contee di Lika-Segna e Litoraneo-Montana. Luca Visentini propone quindi che la nuova composizione dell’Assemblea Generale, così come delineata dalle organizzazioni aderenti al C.S.I. e con cinque posti vacanti dell’SSSH della Croazia Sudoccidentale da individuare quanto prima, sia messa ai voti. L’Assemblea Generale del C.S.I. approva all’unanimità. Similmente, per quanto concerne l’elezione dei componenti dell’Ufficio di Presidenza, passati da 7 a 8 sempre in seguito all’approvazione delle modifiche allo Statuto deliberate sub 1), Luca Visentini fa presente che dopo 2 anni sarà la UIL del Veneto a esprimere il proprio rappresentante in seno all’organo direttivo del C.S.I. Ciò è infatti previsto dal criterio della rotazione, relativo al componente espressione delle organizzazioni sindacali del Veneto, che per il prossimo biennio è stato indicato nella persona di Gerardo Colamarco, Segretario Generale della UIL del Veneto. Coglie quindi l’occasione per ringraziare il componente uscente – Giovanni Della Valle della CISL del Veneto -, per l’impegno profuso in favore del C.S.I. nel biennio appena concluso. Michele Berti rende quindi noti i nominativi dei candidati, presentati dalle organizzazioni che non sono presenti in data odierna. Si tratta della nuova candidatura di Massimo Albanesi per la CISL del Friuli Venezia Giulia. Invita inoltre i colleghi presenti a indicare i nomi delle persone che intendono presentare per la nomina, ciascuno per la rispettiva organizzazione di riferimento. Roberto Treu riconferma la candidatura di se stesso per la CGIL del Friuli Venezia Giulia. Luca Visentini si ripropone per ciò che riguarda la UIL del Friuli Venezia Giulia. Jadranka Tomašić riconferma le candidature di se stessa e avanza quella nuova di Slobodan Kapor per quanto compete l’SSSH della Croazia Sudoccidentale. Fa presente che, anche per quanto riguarda l’Ufficio di Presidenza, non è in grado di indicare subito tutti i candidati. S’impegna quanto prima e comunque entro la data della successiva riunione dell’Ufficio di Presidenza a comunicare i nomi degli altri due componenti dell’SSSH della Croazia Sudoccidentale. Luca Visentini propone quindi che la nuova composizione dell’Ufficio di Presidenza, così come delineata dalle organizzazioni aderenti al C.S.I. e con due posti vacanti dell’SSSH della Croazia Sudoccidentale, da individuare quanto prima, sia messa ai voti. L’Assemblea Generale del C.S.I. approva all’unanimità. Alla luce dell’esito della votazione, Luca Visentini propone che Jadranka Tomašić sia confermata come candidata alla Vice-Presidenza del C.S.I., in modo che alla prossima riunione dell’Ufficio di Presidenza sia nominata formalmente, così come previsto dallo Statuto. L’Assemblea Generale del C.S.I. approva all’unanimità. Per quanto riguarda infine l’elezione del Presidente del C.S.I., Michele Berti fa presente che Luca Visentini della UIL del Friuli Venezia Giulia ha riproposto la propria candidatura. Propone quindi che la candidatura di Luca Visentini per la carica Presidente del C.S.I. sia messa ai voti. L’Assemblea Generale del C.S.I. approva all’unanimità.
3. Luca Visentini invita i presenti a esprimere le proprie proposte per l’attività del C.S.I. del 2006, tenendo in particolare considerazione quanto emerso nel corso dell’attività dell’anno che va a concludersi, vale a dire la necessità di stabilire sinergie a vantaggio dei colleghi croati impegnati nell’instaurazione di corrette ed efficaci relazioni sindacali con imprese italiane che hanno delocalizzato in Croazia. Josip Šišović fa presente che a suo avviso sarebbe opportuno convocare dei seminari tra le organizzazioni sindacali aderenti al C.S.I. ed esponenti del mondo politico croato, per valutare le prospettive dell’economia croata. In particolare, andrebbe attentamente analizzato l’andamento dell’acquisto dei prodotti croati all’estero e specificamente di quelli realizzati in Istria. Salvino Bibulić esprime la necessità di organizzare qualche iniziativa che vada nella direzione di dare assistenza ai sindacalisti croati nel difficile rapporto negoziale con gli imprenditori italiani – titolari di imprese che hanno delocalizzato in Croazia – e con le associazioni di categoria degli imprenditori italiani. Ciò allo scopo di costruire una piattaforma comune per affrontare e risolvere i problemi legati alla contrattazione sindacale. Roberto Treu sottolinea l’importanza di sostenere incontri di lavoro diretti tra sindacalisti italiani e croati impegnati nelle filiali italiane e croate della stessa impresa. Questo dovrebbe avvenire a livello di omologhi sindacati di categoria o a livello di delegati sindacali d’azienda. In buona sostanza, a suo avviso, ci sono due azioni importanti da realizzare: la prima è – appunto – quella di sostenere i sindacati di categoria croati nel rapporto con i datori di lavoro; la seconda è quella di supportare e rafforzare il ruolo dei sindacati croati nel processo di adesione della Croazia all’Unione europea. Per la seconda, sarebbe particolarmente importante verificare la fattibilità di ottenere fondi comunitari e INTERREG. Per quanto riguarda l’utilizzo dei fondi europei, Slobodan Kapor ritiene che andrebbero richiesti per costruire progetti su temi comuni ai lavoratori italiani e croati, per esempio la previdenza sociale, l’assistenza sanitaria o il contrasto al lavoro nero. Monica Ukmar ritiene che sarebbe particolarmente utile realizzare un vademecum bilingue, italiano e croato, in cui comparare le caratteristiche del mercato del lavoro dei due Paesi. Inoltre, suggerisce si facciano degli incontri tra persone che all’interno di organizzazioni italiane e croate si occupano di richiedere e utilizzare fondi europei. Non essendoci altre richieste d’intervento, Luca Visentini riassume le esigenze emerse nelle tre seguenti proposte:
- organizzare incontri tra omologhi sindacati di categoria italiani e croati operanti in filiali italiane e croate della stessa impresa italiana, in questo invitando le organizzazioni sindacali del C.S.I. a scambiarsi quanto prima i nominativi delle aziende interessate di rispettiva conoscenza;
- organizzare riunioni operative su specifici argomenti tra il C.S.I. e esponenti politici locali, italiani e croati;
- approfondire al questione della richiesta e dell’utilizzo dei fondi europei.
Luca Visentini propone quindi che tali proposte vengano messe ai voti, così come da lui riassunte. L’Assemblea Generale del C.S.I. approva all’unanimità.
4. Luca Visentini invita Michele Berti a riferire ai presenti l’andamento del viaggio/studio effettuato verso la fine dello scorso mese di novembre a Osijek in Croazia. Michele Berti illustra le ragioni che hanno portato all’effettuazione della trasferta in Slavonia, soprattutto alla luce della necessità di raccogliere elementi importanti per il convegno/seminario che si sarebbe svolto di lì a pochi giorni ad Abbazia, sulla delocalizzazione delle imprese italiane in Croazia. Fa presente che lui e Giovanni Della Valle sono stati accompagnati da un collega dell’SSSH a visitare due imprese italiane tessili, che producono filati per la sede di Osijek del Gruppo Benetton. A tal proposito, Jadranka Tomašić fa presente che si tratta del collega Ante Kraijna, che l’ha sostituita in quanto lei in quei giorni non ha potuto prendere parte alla trasferta per altri impegni. Giovanni Della Valle riferisce che le due imprese italiane sono state “costrette” a spostarsi in Croazia, in quanto quello diventava l’unico modo per continuare a ricevere commesse di lavoro dal Gruppo Benetton, che a Osijek ha appunto aperto uno stabilimento di tintoria dei tessuti. Una delle due aziende “terziste” ha avuto una precedente esperienza di delocalizzazione, aprendo uno stabilimento tessile in Romania, successivamente dismesso, per trasferirsi a Osijek. Ricorda come la zona industriale della città croata sia una zona franca, appositamente istituita dal Governo Croato dopo la fine della guerra dello scorso decennio, per attirare imprese straniere, in virtù delle condizioni economiche e fiscali più favorevoli. Conclude, facendo presente come all’interno dei due stabilimenti le relazioni sindacali esistano e non vi siano specifiche azioni da parte della proprietà finalizzate a ostacolare l’esercizio dei diritti sindacali dei lavoratori impiegati, quasi tutte donne. I due punti di criticità sono rappresentati, sul versante sindacale, dalla scarsa propensione della proprietà a firmare il contratto integrativo e, dal punto di vista della proprietà, dall’eccesso di assenteismo dei lavoratori, che, in particolare in uno dei due stabilimenti, raggiunge punte del 16% del totale della forza lavoro impiegata. Questa situazione fornisce al titolare di tale impresa motivo per fare pressione sulle lavoratrici – minacciando continuamente la chiusura dello stabilimento, per riaprirlo in un altro Paese più a est, dove il costo del lavoro sia ancora più basso -, al fine di indurle a diminuire l’assenteismo. Anche perché in Croazia il trattamento della malattia dell’operaio è pagata interamente dall’impresa, rappresentando quindi un costo esclusivamente per quest’ultima. Slobodan Kapor sottolinea come la condizione di zona franca di Osijek consenta anche agevolazioni all’imprese per l’impiego di nuovo personale. Questa potrebbe rappresentare la principale ragione, che ha indotto la proprietà italiana a trasferirsi dalla Romania alla Croazia. Roberto Treu ricorda che le zone franche rappresentano un ostacolo al principio della libera concorrenza e fa presente come potrebbero costituire un ostacolo nel processo di integrazione della Croazia all’Unione europea, la quale, coerentemente, ne prevede l’eliminazione dai Paesi ad essa aderenti. Nel concludere il resoconto della trasferta a Osijek, Michele Berti fa presente come entrambe le proprietà degli stabilimenti abbiano accolto la delegazione sindacale mista italo-croata con curiosità e sorpresa, in quanto, dopo molti anni di attività, quella visita è stata la prima volta che qualcuno dall’Italia – esponente del mondo sindacale o del mondo imprenditoriale o del mondo dei servizi pubblici italiani a supporto delle imprese italiane all’estero – li ha cercati. Ciò la dice lunga su un’esperienza di delocalizzazione, quella delle imprese italiane in Croazia, che – a differenza di quanto avvenuto in altri Paesi, quali ad esempio la Romania, su cui ormai si sono accesi i riflettori e l’interesse, anche dell’opinione pubblica italiana – rischia di andare in archivio, in virtù della progressiva armonizzazione degli standard di vita indotti dal processo di integrazione all’Unione europea e quindi anche del costo del lavoro, quasi prima che i sindacati italiani si siano resi conto della sua esistenza. Jadranka Tomašić conclude la discussione ricordando come, in generale, gli imprenditori che hanno delocalizzato in Croazia si sono attenuti al rispetto formale del minimo retributivo sindacale, previsto dai contratti, ma che di fatto hanno impedito al sindacato di contrattare sui diritti dei lavoratori. Il tasso di disoccupazione ufficiale attuale in Croazia è pari al 20%: passato questo limite, le leggi del mercato non valgono più.
Verificato che non vi sono altre richieste d’interventi, Luca Visentini dichiara sciolta la riunione dell’Assemblea Generale del C.S.I. alle ore 12.57.
Il verbalizzatore
Michele Berti
Allegato:
- Documento contenente gli emendamenti allo Statuto del C.S.I., approvati dall’Assemblea Generale.