VERBALE DELLA RIUNIONE DELL’UFFICIO DI PRESIDENZA
Si riunisce in data 30 giugno 2021 in modalità telematica a distanza, a causa delle persistenti restrizioni alla mobilità dovute alla pandemia COVID-19, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Sindacale Interregionale Italo-Croato Alto Adriatico CGIL, CISL, UIL, SSSH.
Sono presenti:
- Michele Berti (UR UIL Friuli Venezia Giulia);
- Paolo Righetti (CGIL Veneto);
- Luciano Bordin (USR CISL del Friuli Venezia Giulia);
- Slobodan Kapor (SSSH – Ufficio conteale della Contea Istriana);
- Nives Scomersich (SSSH – Ufficio conteale della Contea Istriana).
Sono assenti giustificati:
- Juraj Šoljić (SSSH – Ufficio conteale della Contea Litoraneo-Montana);
- Roberto Treu (CGIL Friuli Venezia Giulia).
È assente ingiustificata:
- Petra Vaci (SSSH – Ufficio conteale della Contea Litoraneo-Montana);
La riunione ha il seguente ordine del giorno:
- realizzazione delle attività 2021;
- varie ed eventuali.
I lavori iniziano alle ore 11.15. Michele Berti, in qualità di Presidente, presiede la riunione dell’Ufficio di Presidenza.
1. il Presidente riassume brevemente a beneficio dei/delle presenti la proposta di piano d’attività del C.S.IR. per l’anno in corso, così come deliberata nell’ambito della riunione dell’Assemblea Generale del 25 novembre 2020, tra cui spicca l’approfondimento sul probabile e prossimo ingresso della Repubblica di Croazia nell’area Euro.
Il Vice-Presidente coglie l’occasione per fare una panoramica sulla situazione in Croazia, focalizzando la sua analisi sui seguenti punti:
- per quanto riguarda l’adozione dell’Euro da parte della Croazia, presumibilmente prevista a partire dal 1° gennaio 2023, riferisce di come il Governo stia procedendo deciso verso questo obiettivo, nonostante vi siano diffusi e importanti timori nell’ambito della società croata sugli effetti di questa decisione, in particolar modo per quel che riguarda possibili fenomeni di innalzamento del prezzo dei beni di consumo, che inciderebbero in modo negativo sui già bassi redditi dei/delle lavoratori/trici e pensionati/e. In particolare, vi è apprensione in merito al fatto che i sopraccitati effetti negativi dovuti alla nuova valuta possano fungere da fattore di aumento dell’emigrazione giovanile verso altri paesi dell’Unione europea, soprattutto nelle aree colpite dal sisma di fine dicembre 2020, andando ulteriormente a impoverire il mercato del lavoro interno e a peggiorare la già preoccupante situazione demografica della Croazia;
- per ciò che concerne la nuova legge sul lavoro in discussione in Croazia, si teme che con la sua approvazione sarà più facile licenziare, provocando – tra le varie cose – anche un atteggiamento di sfiducia da parte dei/delle lavoratori/trici nei confronti del sindacato;
- in riferimento ai cantieri navali dell’ex-Gruppo Uljanik, delle cui vicende il C.S.IR. si sta interessando oramai da alcuni anni, riferisce che, in attesa si manifesti un compratore realmente interessato ad acquisirli, tali stabilimenti stanno completando alcune commesse, grazie a un prestito bancario garantito dallo Stato croato. Si tratta tuttavia di risorse che rappresentano ben poca cosa, rispetto a quelle che sarebbero necessarie per riportare tali cantieri su livelli produttivi paragonabili a quelli del passato. La situazione rimane dunque molto incerta;
- infine, relaziona su come la Corte Costituzionale croata abbia dichiarato illegittimo il contributo di solidarietà a favore dei sindacati, in vigore dal 2003, che veniva prelevato sulla busta paga di quei/quelle lavoratori/trici beneficiari/e degli effetti della contrattazione collettiva, pur senza essere iscritti/e alle organizzazioni sindacali. Si tratta di un altro duro colpo per il mondo sindacale croato, che rischia ulteriormente di perdere credibilità e di risultare sempre meno attrattivo per i/le lavoratori/trici, e di veder diminuite le proprie risorse per operare.
Il Vice-Presidente chiede dunque di poter conoscere il contesto che il sindacato italiano sta affrontando, anche per capire se, rispetto ad alcuni punti dei critici evidenziati, vi siano in Italia esperienze interessanti, cui ispirarsi per la situazione in Croazia.
Prende la parola Paolo Righetti, che sinteticamente affronta i seguenti punti:
- per quanto riguarda l’Euro, ricorda come in Italia l’introduzione della moneta comune avvenuta nel 2002, abbia inizialmente causato una perdita del potere d’acquisto dei/delle lavoratori/trici, seguita poi da una fase di stabilizzazione. Ritiene improbabile che in Croazia possa verificarsi, almeno inizialmente, qualcosa di diverso;
- in riferimento alla pandemia COVID-19 e alla timida ripartenza che faticosamente sta avvenendo, dopo la crisi che si è abbattuta sull’Italia, riferisce di come il Governo italiano abbia varato varie tipologie di misure per contenerne gli effetti negativi sul mondo del lavoro, dapprima dedicate ai/alle lavoratori/trici dipendenti e, successivamente, anche a quelli/e autonomi/e, fino ad arrivare al blocco dei licenziamenti, provvedimento che è tuttavia messo in discussione e che il sindacato italiano sta difendendo con le unghie. Secondo le organizzazioni sindacali, infatti, non si può seriamente parlare di rimuovere il blocco dei licenziamenti, se prima non verrà varata una seria riforma degli ammortizzatori sociali, che copra anche quelle fasce del mondo del lavoro, che ne sono state sempre escluse. In questo contesto, si inserisce anche un pesante attacco al reddito di cittadinanza, che alcuni partiti politici vorrebbero cancellare e che invece andrebbe solamente rivisto e migliorato. Infine, per quel che riguarda le risorse comunitarie del Recovery Plan, i sindacati italiani chiedono che nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) l’utilizzo dei fondi sia legato all’aumento dell’occupazione, a cominciare dai quei settori pubblici (per esempio sanità e scuola), che sono considerati strategici per uscire dalla crisi;
- relativamente al contributo di solidarietà cancellato dalla sentenza della Corte Costituzionale croata e nell’ottica di favorire una prospettiva comparativa tra le dinamiche della contrattazione collettiva di Italia e Croazia, sottolinea che nel contesto italiano esistono le quote di servizio contrattuale, che hanno una finalità simile. Sono presenti però solamente in alcuni Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) e sono comunque prelevabili dalle buste paga dei/delle lavoratori/trici solamente su base volontaria. Si tratta, dunque, di una misura dovuta alla contrattazione collettiva e che, dunque, non ha una base legislativa. Inoltre, rimarca l’esistenza degli enti bilaterali, organismi paritetici costituiti dalle associazioni datoriali e dalle organizzazioni sindacali dei/delle lavoratori/trici, e dei servizi di patronato e di assistenza fiscale, esperienze che aiutano i sindacati a non perdere eccessivamente quei redditi necessari a svolgere la propria attività e a offrire servizi fondamentali ai/alle lavoratori/trici.
Dopo le due brevi esposizioni sui contesti italiano e croato, si apre un partecipato dibattito tra i/le presenti, durante il quale le preoccupazioni dei/delle colleghi/e dell’SSSH sulle conseguenze dovute all’adozione dell’Euro in Croazia vengono ulteriormente riproposte. Inoltre, da parte loro viene sottolineata con convinzione la volontà di conoscere meglio e più approfonditamente l’esperienza degli enti bilaterali italiani, per capire se si tratti di strumenti che possono essere mutuabili nel contesto della relazioni industriali delle parti sociali della Croazia. Esaurito il confronto, il Presidente sottopone dunque all’Ufficio di Presidenza la proposta di organizzare nell’autunno del 2021 un seminario avente per oggetto le conseguenze dell’adozione dell’Euro in Italia e le misure all’epoca previste dal Governo italiano, per calmierare gli effetti inflattivi e speculativi, che purtroppo si sono comunque manifestati. In alternativa, propone che il seminario in parola sia dedicato all’approfondimento del tema degli enti bilaterali italiani, al fine di consentire ai/alle colleghi/e dell’SSSH di valutare se si tratti di un’esperienza utile per il contesto nazionale croato. Rispetto a tale proposta, viene richiesto dai/dalle presenti di dare la priorità al secondo argomento, rispetto al primo, oppure – meglio – di poterli trattare entrambi nella medesima occasione. Accogliendo tale richiesta e, ricordando che – in ogni caso – l’evoluzione della pandemia sarà decisiva per comprendere se tale seminario si potrà fare e in quale modalità, il Presidente mette ai voti la proposta così come descritta. L’Ufficio di Presidenza del C.S.IR. approva all’unanimità, conferendo mandato al Presidente di cominciare a curarne gli aspetti organizzativi e logistici.
2. Rispetto alla possibilità introdotta nell’ordinamento croato di consentire ai/alle pensionati/e di esercitare lavoro subordinato fino a un massimo di 4 ore giornaliere, senza compromettere il diritto a percepire una pensione piena in Croazia, il Vice-Presidente riferisce di aver verificato che non vi sono problemi se tale attività lavorativa viene svolta fuori dal territorio croato, come è il caso di quei/quelle pensionati/e che fanno i frontalieri/e in territorio italiano. Vi sono solamente da verificare le ricadute sul piano pensionistico-previdenziale, che al momento non sono chiare.
Lo stesso Vice-Presidente informa di aver assunto dal 7 giugno 2021 l’incarico di Segretario e Consigliere giuridico in seno a una federazione di categoria affiliata alla Confederazione SSSH. Per alcuni giorni alla settimana, dunque, si reca a Zagabria, presso il suo nuovo ufficio, ma ciò non gli impedirà di continuare a svolgere i suoi ruoli in seno al C.S.IR.
Viceversa, informa che la collega Petra Vaci è recentemente diventata mamma e, dunque, fino alla fine del periodo di congedo di maternità non riuscirà a seguire le attività del C.S.IR.
Il Presidente, infine, nel congratularsi a nome del C.S.IR. con la collega Vaci per la bellissima notizia della sua maternità, sottolinea che nel corso della successiva riunione dell’Assemblea Generale del C.S.IR., che come di consueto verrà convocata nella parte finale dell’anno, dovranno essere rinnovati gli Organi del C.S.IR. stesso. Invita dunque tutti i/le presenti, a nome delle rispettive organizzazioni di appartenenza, a individuare per tempo i nominativi delle persone da sostituire, considerando che nel mandato in corso più di un/a collega ha lasciato per varie e diverse ragioni il proprio incarico in seno agli organi del C.S.IR.
Verificato che non vi sono altre richieste d’interventi, Michele Berti dichiara sciolta la riunione dell’Ufficio di Presidenza del C.S.IR. alle ore 12.49.
Il verbalizzatore
Michele Berti