Comunicato stampa: “Con l’ingresso della Croazia nello Spazio Schengen, l’area geografica che affaccia sull’Alto Mar Adriatico ritrova la sua unità” – 31/12/2022

COMUNICATO STAMPA

Croazia in Schengen. C.S.IR. Italo-Croato Alto Adriatico: area geografica ritrova unità
Berti: “È l’UE che vogliamo, ma ora il quadro normativo sul lavoro frontaliero va adeguato a quello comunitario”

L’entrata della Croazia nello Spazio Schengen e nell’Euro, dal primo gennaio 2023, è una svolta storica per il Friuli Venezia Giulia, il Litorale sloveno e l’Istria croata. A brindare all’evento venerdì sul valico di frontiera croato-sloveno di Dragonja-Kastel si sono incontrati i sindacati italiani (CGIL, CISL, UIL), sloveni (ZSSS, KS 90) e croati (SSSH) riuniti nei due Consigli sindacali interregionali (C.S.IR.) Italo-Croato Alto Adriatico, e Nord Est Friuli Venezia Giulia-Slovenia.

“Oltre a sottolineare il momento storico della caduta dei confini tra i nostri Paesi e il ripristino dell’unità pacifica che questa area geografica perse oltre un secolo fa – spiega Michele Berti, presidente del C.S.IR. Italo-Croato Alto Adriatico, e capo del Dipartimento internazionale UIL FVG -, intendo in particolar modo richiamare l’attenzione sulla semplificazione degli spostamenti quotidiani, di cui beneficeranno i lavoratori frontalieri che si muovono nell’area a cavallo tra Italia, Slovenia e Croazia. Il venir meno dei controlli alla frontiera, infatti, consentirà loro di raggiungere i rispettivi luoghi di lavoro in tempi ragionevoli e, soprattutto durante il periodo estivo, senza dover sottostare ad attese lunghe e pesanti, condizionate dall’usuale massiccio afflusso turistico”, sottolinea.

“Questa è l’Unione europea che vogliamo – continua Berti – ed è ora il momento di irrobustire e conformare alla normativa comunitaria quel quadro giuridico, ancora non sufficientemente implementato tra Italia, Slovenia e Croazia e quindi incerto e discriminatorio, che ancora troppo spesso non incoraggia l’emersione dal sommerso dei rapporti di lavoro di tali persone”.

Secondo uno studio dell’Università di Trieste, oltre 10mila lavoratori frontalieri (croati, sloveni e austriaci) attraversano quotidianamente per lavoro i confini tra Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Istria, il 90% lavora senza un contratto regolare.

“Per entrare nell’area Schengen – spiega il Segretario istriano del sindacato croato SSSH, Slobodan Kapor -, la Croazia ha modificato circa 75 leggi. Purtroppo nessuna riguardava la definizione dei diritti dei lavoratori frontalieri. Quindi auspichiamo che questo tema possa presto arrivare all’ordine del giorno tra Croazia, Slovenia e Italia, e che questo momento storico possa essere sfruttato per risolvere questioni come previdenza, welfare, indennità di disoccupazione, e la doppia tassazione perché il lavoro delle persone in altri paesi sia finalmente libero e senza limitazioni”, conclude.

Trieste, 31 dicembre 2022

Per il C.S.IR.
il Presidente
Michele Berti