Verbale della riunione dell’Ufficio di Presidenza – 09/06/2023

VERBALE DELLA RIUNIONE DELL’UFFICIO DI PRESIDENZA

Si riunisce in data 9 giugno 2023 a Trieste, presso la sede di Via Ugo Polonio 5, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Sindacale Interregionale Italo-Croato Alto Adriatico CGIL, CISL, UIL, SSSH.

Sono presenti:

  1. Michele Berti (UR UIL Friuli Venezia Giulia);
  2. Cinzia Bonan (USR CISL del Veneto);
  3. Roberto Treu (CGIL Friuli Venezia Giulia);
  4. Mariateresa Bazzaro (USR CISL del Friuli Venezia Giulia);
  5. Slobodan Kapor (SSSH – Ufficio conteale della Contea Istriana);
  6. Nives Scomersich (SSSH – Ufficio conteale della Contea Istriana);
  7. Petra Vaci (SSSH – Ufficio conteale della Contea Litoraneo-Montana);
  8. Juraj Šoljić (SSSH – Ufficio conteale della Contea Litoraneo-Montana).

La riunione ha il seguente ordine del giorno:

  1. esiti del XV° Congresso della C.E.S. (Berlino, 23-26 maggio 2023);
  2. realizzazione delle attività 2023;
  3. varie ed eventuali.

I lavori iniziano alle ore 11.25. Michele Berti, in qualità di Presidente, presiede la riunione dell’Ufficio di Presidenza.

1. Il Presidente riassume sinteticamente gli esiti del recente XV° Congresso della C.E.S. – Confederazione Europea dei Sindacati, svoltosi a Berlino dal 23 al 26 maggio 2023. Riferisce di come la Segretaria Generale uscente, Esther Lynch, sia stata rieletta, unitamente ad altri/e cinque Segretari/e Confederali, che sono i confermati Ludovic Voet, Claes-Mikael Ståhl e Isabelle Schömann – questi ultimi due nominati pure Vice-Segretari Generali – e gli entranti Giulio Romani e Tea Jarc. Fa presente, inoltre, come le deleghe non siano state ancora assegnate ai/alle diversi/e componenti della Segreteria della C.E.S. e come, quindi, ancora non sia possibile sapere quale tra i/le Segretari/e Confederali avrà quella sui C.S.IR., diventando la persona con cui il C.S.IR. Italo-Croato Alto Adriatico dovrà intrattenere i maggiori rapporti di collaborazione. Rimarca come il Comitato di Coordinamento dei C.S.IR., presente al Congresso con una delegazione di dieci rappresentanti, sia stato coinvolto in maniera significativa nel programma ufficiale della manifestazione e abbia attivamente partecipato al dibattito congressuale, intervenendo complessivamente per tre volte sugli argomenti di maggior interesse legati alla mobilità del lavoro. In uno dei citati interventi è stato affrontato il problema della tassazione dei redditi dei/delle televoratori/trici transfrontalieri/e, che ancora non riceve soddisfacenti soluzioni, né a livello bilaterale tra paesi, né a livello comunitario.

Alla breve esposizione, Roberto Treu aggiunge che nell’ultima giornata del Congresso è stata votata a maggioranza – quindi non da tutte le organizzazioni sindacali aderenti – una mozione che impegna la C.E.S. a promuovere un patto di mobilitazione e azione per una giornata di mobilitazione europea, da realizzare nel successivo periodo autunnale nei diversi contesti nazionali. Tale mobilitazione è finalizzata a ottenere aumenti salariali, lavoro sicuro, dignitoso, stabile e non più precario, investimenti pubblici, pensioni giuste, la difesa dell’istruzione, della sanità, dell’assistenza e dei servizi pubblici, un sistema fiscale giusto, la parità di diritti e di retribuzione tra uomini e donne, una giusta transizione, giustizia sociale, equità, inclusione e una democrazia compiuta, a partire da quella che si dovrebbe avere sul posto di lavoro. Sottolia, infine, il clima di preoccupazione che ha accompagnato l’intero svolgimento del Congresso, dovuto alle conseguenze sul futuro dell’Unione europea, che si potrebbero originare dalle prossime elezioni del Parlamento europeo, nel caso vi dovesse essere una significativa affermazione dei partiti sovranisti di destra.

2. Il Presidente riassume a beneficio dei/delle presenti i principali contenuti del programma di attività del C.S.IR. per il 2023, approvati nel corso della riunione dell’Assemblea Generale del C.S.IR. del 15 dicembre 2022, che vertono sostanzialmente su un’unica azione, vale a dire quella relativa all’approfondimento sul fenomeno dello spopolamento che sta interessando in modo massiccio la Croazia ma, in significativa misura, anche l’Italia. Il censimento del 2021 effettuato nella Repubblica croata ha rivelato infatti che nei 10 anni precedenti si è registrato un calo del 9,6% della popolazione precedentemente registrata, pari a 413.056 abitanti in meno, che porta così a un totale di 3.871.833 residenti sul territorio nazionale. La Croazia è colpita in modo sostanzialmente uniforme nelle proprie aree geografiche da tale fenomeno, ma la città di Fiume è una di quelle che ha patito di più il calo demografico, con circa 20.000 abitanti in meno rispetto al 2011. Tale situazione è il frutto di vari fattori, tra cui tuttavia impatta in modo significativo la cosiddetta “fuga di cervelli” dei giovani, che – spesso molto qualificati – abbandonato la Croazia per andare a lavorare in altri paesi, frequentemente dell’Unione europea, i cui mercati del lavoro garantiscono opportunità occupazionali e retribuzioni maggiormente in linea con i titoli di studio conseguiti. Il Governo croato sta mettendo in campo diversi tentativi per invertire la tendenza, con specifiche misure ad-hoc, anche se il bonus degli € 26.500,00 di incentivi da garantire a chi avesse deciso di ritornare in patria, aprendo un’attività di tipo imprenditoriale, si è rivelato un completo fallimento. Pure la riforma fiscale recentemente varata dall’esecutivo e che entrerà in vigore il 1° gennaio 2024, potrebbe essere interpretata come una misura per tamponare il calo demografico, posto che tra le sue finalità c’è anche quella di innalzare i salari dei/delle lavoratori/trici, costituendo quindi un freno al loro abbandono del paese. Le opposizioni parlamentari, tuttavia, sono molto scettiche sul fatto che riuscirà a portare reali miglioramenti nella vita delle persone residenti in Croazia. Il Presidente propone dunque di approfondire il contesto sopra descritto, in un evento da organizzarsi nell’autunno del 2023 in una località da definire, in cui analizzare le cause delle crisi demografiche di Croazia e Italia con l’aiuto di ospiti esterni, ad esempio dei demografi, consentendo alle organizzazioni sindacali aderenti al C.S.IR. di esporre e confrontare le rispettive proprie ricette e soluzioni – spesso alternative a quelle dei governi nazionali – per contrastare tali fenomeni.

Interviene Petra Vaci, la quale – sul merito della nuova riforma fiscale varata in Croazia – afferma che si tratta di pura propaganda, posto che le simulazioni effettuate consentono di dire che influirà in maniera di fatto inapprezzabile per larga parte dei/delle lavoratori/trici.

Altri interventi dei/delle colleghi/e dell’SSSH sottolineano come il tessuto imprenditoriale croato sia costituito da poca industria e, per contro, da molto turismo, caratterizzato da stagionalità, e, conseguentemente, i/le circa 100.000 iscritti/e alle liste di collocamento del paese si candidano prevalentemente a coprire le posizioni in tale settore. Permane tuttavia il dubbio che, anche con vitto e alloggio garantito, gli stipendi in tale settore della Croazia possano essere considerati competitivi e quindi appetibili. Anche questo spiega la necessità di molti giovani di lasciare la Croazia per altri paesi.

Sul punto s’inserisce anche Cinzia Bonan, la quale ricorda come l’Italia viva una realtà paragonabile, soprattutto nei settori produttivi soggetti a stagionalità, in cui vi vengono pagati stipendi miseri, a volte anche di soli € 4,00 all’ora.

Ancora, i/le colleghi/e dell’SSSH sottolineano come il problema dell’inadeguatezza dei salari sia molto sentito in Croazia. È pur vero che, dopo la pandemia COVID-19, anche gli imprenditori hanno sostanzialmente compreso come sia necessario alzare gli stipendi e, in effetti, alcune categorie di lavoratori/trici hanno ottenuto tale risultato, per esempio – nel settore della giustizia e della sanità – i giudici e i medici. Tuttavia, ciò è avvenuto a scapito di altri/e colleghi/e con diverse qualifiche e mansioni dei medesimi settori, che non hanno beneficiato di altrettanti adeguamenti, quali gli/le impiegati dei tribunali e gli/le infermieri/e. Il problema è dunque ancora lontano dal trovare una soluzione soddisfacente. In tal contesto, inoltre, si è inserita inoltre una recente sentenza della Corte Costituzionale croata, la quale ha dichiarato illegittima la norma secondo cui, attraverso la contrattazione collettiva, era consentito alle parti sociali dei datori di lavoro e dei lavoratori contrattare specifici benefici aggiuntivi destinati solamente ai/alle lavoratori/trici iscritti alle organizzazioni sindacali. Tale legge è stata ritenuta discriminatoria e quindi abolita. Secondo l’SSSH, si tratta di una decisione penalizzante per il sindacato, che ulteriormente rischia di perdere ruolo e consenso tra i/le lavoratori/trici.

A conclusione dello scambio di esperienze e opinioni tra i/le presenti, considerato che la proposta sopradescritta incontra il loro favore, il Presidente – tenuto conto anche delle indicazioni emerse nel dibattito – suggerisce dunque di organizzare nel successivo autunno un evento a cui invitare degli esperti di demografia, rispettivamente uno per l’Italia e uno per la Croazia, i quali possano fare un’esposizione sulla rispettive realtà nazionali, spiegando lo stato dell’arte e le ragioni dei declini demografici dei due paesi. A seguire, propone che le organizzazioni sindacali aderenti al C.S.IR. illustrino i loro suggerimenti e ricette su come invertire queste preoccupanti tendenze di declino demografico, tenendo tuttavia conto del fatto che ogni ipotesi di ostacolo alla mobilità del lavoro non può essere accettata dal sindacato, che in ambito europeo si batte da sempre per la promozione di una mobilità equa e non forzata. Avanza infine l’ipotesi di dare sufficiente visibilità all’evento, attraverso i media dei due paesi. Non emergendo tra i/le presenti perplessità o pareri contrari, la proposta, così come sopra descritta, viene dunque sottoposta all’approvazione dell’Ufficio di Presidenza. L’Ufficio di Presidenza del C.S.IR. approva all’unanimità.

3. I/Le presenti vengono messi/e al corrente della richiesta pervenuta al Presidente del C.S.IR., unitamente a quello del C.S.IR. Nord Est Friuli Venezia Giulia/Slovenia, di sostenere – tramite una lettera congiunta da inviare ai Ministri degli Affari Esteri di Italia, Croazia e Slovenia – la richiesta dell’istituzione da parte della sede del Friuli Venezia Giulia della RAI (Radiotelevisione italiana S.p.A.) di una rete di trasmissione radio transfrontaliera Radiofonica DAB+, a tutela delle minoranze linguistiche presenti in Italia, Slovenia e Croazia. La proposta è nata nell’ambito di una Conferenza di produzione organizzata il precedente 19 maggio 2023 a Nova Gorica dalle Federazioni sindacali di categoria del settore delle comunicazioni di CGIL, CISL e UIL Regionali del Friuli Venezia Giulia e dall’Associazione della Stampa del Friuli Venezia Giulia, cui i due citati C.S.IR. sono stati invitati.

Sembrandogli che lo scopo della richiesta sia in linea con le finalità statutarie del C.S.IR., il Presidente ha espresso un preventivo parere favorevole, invitando tuttavia per competenza l’Ufficio di Presidenza a esprimersi nel merito.

Dopo un breve scambio di opinioni tra i/le presenti, non essendo emersi pareri contrari o perplessità di sorta, la proposta come sopra descritta viene sottoposta all’approvazione dell’Ufficio di Presidenza. L’Ufficio di Presidenza del C.S.IR. approva all’unanimità.

Verificato che non vi sono altre richieste d’interventi, Michele Berti dichiara sciolta la riunione dell’Ufficio di Presidenza del C.S.IR. alle ore 12.52.

Il verbalizzatore
Michele Berti