Primi anni

Il C.S.I. 3, acronimo di Consiglio Sindacale Interregionale CSI Friuli – Venezia Giulia – Veneto – Istria (questa la sua denominazione originaria), è stato formalmente costituito il 19 giugno 1995 dalle organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL del Friuli Venezia Giulia e del Veneto e dall’SSSH dell’Istria croata.

Sin dagli anni precedenti, era in atto un intenso e positivo rapporto di collaborazione sindacale – in un quadro di relazioni economiche, sociali e culturali molto intense tra le regioni e le contee interessate di Italia e Croazia -, che con la costituzione del C.S.I. ha trovato modo di essere formalizzato e strutturato. Il contesto storico era quello in cui la Repubblica di Croazia, dal 1991 resasi indipendente dalla Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia (poi completamente dissoltasi), aveva cominciato il proprio cammino di avvicinamento all’Unione europea, percorso invero lungo e irto di ostacoli, che verrà successivamente formalizzato il 21 febbraio 2003, tramite la presentazione della propria domanda di adesione, e concluso più di dieci anni dopo, il 1° luglio 2013, con l’adesione vera e propria.

I Consigli Sindacali Interregionali (organizzazioni che riuniscono livelli regionali di Confederazioni sindacali di paesi confinanti o limitrofi aderenti alla C.E.S. – Confederazione Europea dei Sindacati, sotto la cui egida operano) avevano cominciato a costituirsi ormai da tempo in varie parti d’Europa (il primo, tra il Land tedesco della Saarland, la Regione francese della Lorena e il Lussemburgo, già nel 1976), rappresentando quindi, verso la metà degli anni ’90 del secolo scorso, il naturale strumento in cui incardinare i crescenti rapporti di collaborazione transfrontaliera tra le organizzazioni sindacali territoriali delle regioni aderenti a quella che è stata la Comunità di Lavoro Alpe Adria.

Tra le varie cose, la costituzione del C.S.I. 3 ha significato, anche:

  • salvaguardare una cultura comune tra i due paesi interessati;
  • contribuire allo sviluppo economico delle regioni dell’Alto Mare Adriatico, che presenta ancor oggi importanti differenze tra zone diverse;
  • tentare, per quanto possibile, di presidiare la transazione politica della Croazia verso una democrazia compiuta.

L’area geografica su cui ha insistito, sin dall’inizio della sua storia, il C.S.I. 3 ha sempre unito idealmente e culturalmente i popoli veneti, istriani, giuliani e dalmati, pur presentando negli anni in cui tale organizzazione nasceva qualche problema di democrazia nella parte sottoposta alla giurisdizione croata.
Il sindacato istriano, infatti, in quegli anni segnalava in particolare problemi riguardanti la libertà di stampa e la tutela delle minoranze, nel fatto di specie quella italiana. Anche questi aspetti mettevano all’epoca la Croazia fuori dalla famiglia dell’Unione europea e, quindi, non permettevano alle realtà di quel paese l’accesso ai fondi per lo sviluppo economico e per il dialogo sociale, aggravando ancor più la situazione seguita al disfacimento politico della Jugoslavia.

In quegli anni, la Croazia ha vissuto una profonda crisi sociale, abbinata alla creazione di nuovi valori nel capitale. Questo profondo modificarsi della situazione, in assenza di gruppi sociali organizzati, gruppi di interesse e di volontà politica, ha portato con sé una grande crisi economica e occupazionale, accompagnata da privatizzazioni e capitalismo selvaggio, dumping sociale verso i paesi contermini e, quindi, a una ricerca disperata di soluzioni per vendere il proprio lavoro al prezzo più alto, al fine di assicurare a sé e alla propria famiglia un’esistenza possibile.

Molto restava quindi da fare in quegli anni, pur scontando la difficoltà di non poter accedere, visto l’isolamento politico della Croazia, agli appositi fondi comunitari sul dialogo sociale e sulla promozione economica. Tuttavia, l’idea di affiancare un’Alpe Adria Sindacale (di cui i C.S.I. sono stati attori protagonisti), che servisse da stimolo e pungolo nei confronti di quella istituzionale, ha in parte consentito di espletare un’azione nei confronti di quest’ultima, finalizzata al superamento di alcuni degli ostacoli che per lungo tempo hanno impedito alla Croazia l’adesione all’Unione europea.

Su questi versanti, nei suoi primi anni di vita, il C.S.I. 3 (che, successivamente, nel 2005 ha mutato il proprio nome in Consiglio Sindacale Interregionale Friuli Venezia Giulia/Veneto/Croazia Sudoccidentale CGIL, CISL, UIL, SSSH, dal 2007, al pari di tutti gli altri, ha dovuto “cedere” il proprio acronimo alla neo-fondata Confederazione Sindacale Internazionale, modificandolo da C.S.I. in C.S.IR., e, nel 2015 ha nuovamente cambiato denominazione nell’attuale Consiglio Sindacale Interregionale Italo-Croato Alto Adriatico CGIL, CISL, UIL, SSSH) si è reso promotore e ha partecipato a numerose iniziative: dagli incontri di sensibilizzazione e di dialogo con istituzioni e imprenditori a numerosi seminari sindacali; dalle indagini di conoscenza dei fenomeni alla partecipazione ad azioni di formazione sindacale. Inoltre, ha sempre garantito un servizio di sportello, tuttora attivo, dedicato all’assistenza e alla consulenza per i/le lavoratori/lavoratrici frontalieri/e, che da sempre si muovono tra i due paesi.

Negli anni successivi, l’attività del C.S.IR. si è rafforzata ed è progressivamente decollata, fino ad assumere una struttura ben avviata e consolidata, di cui è possibile avere diversi esempi nelle varie sezioni di questo sito-web.